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domenica 11 maggio 2008, di redazione
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Una azalea per sostenere la ricerca sul cancro. Anche a Grazzanise è stato allestito un gazebo per l’occasione e i fiori sono andati a ruba. Hanno prestato la loro opera nella giornata di oggi Amalia Pace, Franco Petrella, Enrico Raimondo e un gruppetto di giovani. La vendita delle azalee segue quella delle arance che ha fruttato la bella cifra di 3,6 milioni. Ammontano, inoltre, a quasi due milioni le quote associative versate, mentre nei prossimi giorni, con la presentazione della dichiarazione dei redditi, sarà possibile devolvere il 5x1000 a favore dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro). Dalle quote, dalle vendite e dall’insieme delle campagne promozionali arriva una grossa fetta dei sovvenzionamenti alla ricerca. L’impegno per quest’anno è di raggiungere i 49 milioni di euro.
Da un lato l’impegno di tanti volontari per dar corpo alla speranza di vincere un giorno la battaglia contro il male cosiddetto del secolo, dall’altro il lavoro di tanti medici, scienziati, ricercatori. A volte si tratta di personaggi non legati al mondo accademico o alle strutture ufficiali ma la cui fama si diffonde rapidamente e rapidamente si esaurisce. Ci sono stati nel passato casi di medici che affermavano di aver trovato la soluzione terapeutica e ancora oggi c’è un caso che fa molto discutere, quello del dott. Silvio Buzzi. Sia nei casi passati che in quelli attuali colpisce l’inerzia, la prevenzione o l’ostracismo, secondo i punti di vista, del Ministero della Salute e del mondo accademico e della ricerca ufficiale nei confronti di chi afferma di aver trovato una cura efficace al male. Quando va bene ci si trova di fronte al silenzio.
Tornando al dott. Buzzi, egli afferma di aver scoperto delle proprietà terapeutiche nel Crm197, una variante della difterite e di non trovare riscontro nelle autorità sanitarie del Paese. Al contrario in Giappone pare che si stiano interessando alle sue ricerche.
E’ utile a questo punto dare la parola all’ Associazione Scelta di Cura Onlus che nasce nel febbraio del 2008 come naturale evoluzione del Comitato per la scelta di Cura con il CRM197.
"Come nasciamo:
dal 2005 siamo a conoscenza degli studi operati dal Dott. Silvio Buzzi di Ravenna sulle proprietà oncologiche della sostanza denominata CRM197. Il Dott. Buzzi non è un mago. E’ un medico, un ricercatore serio e scrupoloso che molti anni fa ha scoperto i benefici dell’uso del CRM197 (una variante atossica della difterite) nella lotta contro il cancro. Le sue ricerche e i suoi studi sono documentati su riviste scientifiche e prese in considerazione proprio in questi ultimi tempi dal Ministero della Salute giapponese, che ha incaricato il Prof. Eisuke Mekada di avviare, sulla base degli studi di Buzzi, la sperimentazione ufficiale su un gruppo di malati.
Il problema:
in Italia il Prof. Buzzi è ignorato e la sua ricerca viene spudoratamente boicottata, bloccata da impedimenti solo apparentemente burocratici tesi invece a mascherare interessi forti della casa farmaceutica e della lobby medica. Ignoranza, presunzione e il vile denaro sono i motivi che hanno impedito la partenza di una sperimentazione seria e la mancata possibilità anche per i malati in fase terminale di usufruire - sulla base del principio previsto dalla legge italiana dell’ "uso compassionevole" - della terapia di Buzzi.
Chi Siamo:
malati e parenti di malati. Abbiamo interrogato più volte le istituzioni, il Ministero della Salute, varie Procure della Repubblica, chiedendo il perché la terapia del Dott. Buzzi, nonostante i riconoscimenti avuti all’estero, sia, quando non ignorata, oggetto di un boicottaggio criminoso. Questo il compito che ci prefiggiamo: informare, denunciare. Intervenire ogniqualvolta la libertà personale dell’individuo, il nostro diritto alla salute vengono minacciati.
Come aiutarci:
visitando i siti www.sceltadicura.it e www.crm197.it potrai contribuire:
diventando socio e unendoti alla nostra lotta effettuando una donazione donando il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi
Unisciti a noi e aiutaci a mantenere vivo il diritto alla salute. Non abbiamo nessuna ostilità nei riguardi delle cure convenzionali, ma riteniamo che quando queste ultime si rivelano inefficaci è diritto del malato avere sotto il controllo medico tutte le alternative possibili.
Dal nostro Statuto:
Il diritto alla salute è un diritto fondamentale riconosciuto dalla Costituzione (art. 32). Il cittadino ha il diritto di conservare la salute fisica e psichica. Lo Stato, che deve garantire al cittadino il diritto alla salute, non può tenere conto soltanto della componente organica delle malattie e dell’efficacia organica dei trattamenti, bensì anche degli aspetti psichici del soggetto. L’art. 32 della Costituzione deve essere letto in relazione all’articolo 13 della Costituzione ("la libertà personale e inviolabile"). Ciò significa che il malato ha il diritto di curarsi. Spetta al malato decidere a quale cura sottoporsi; nessuno può sindacare le decisioni del malato. Il malato ha diritto di scegliere la terapia, ha piena libertà di cura. E libero di decidere il modo in cui curarsi, nel senso che può optare per una terapia ufficiale o per una considerata dalla medicina ufficiale "alternativa". La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, salvaguarda il principio del pluralismo scientifico e garantisce la libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e la qualificazione professionale degli operatori sanitari, valorizzando in particolar modo l’autonomia del medico nelle scelte terapeutiche (Corte di Cassazione, IV Sezione Penale, Sentenza n. 301, 8 febbraio 2001). La risoluzione del Parlamento Europeo del maggio 1997 garantisce ai cittadini la più ampia libertà possibile di scelta terapeutica, assicurando loro anche più elevato livello di sicurezza e l’informazione più corretta sull’innocuità, la qualità, l’efficacia di tali medicine. Il comma 5 lett. C della Dichiarazione di Helsinki adottata dall’Associazione Medica Mondiale (AMM) sancisce che: "Nel trattamento di un paziente, laddove non esistano comprovati metodi preventivi, diagnostici e terapeutici o questi siano stati inefficaci, il medico, con il consenso informato del paziente, deve essere libero di usare mezzi preventivi, diagnostici e terapeutici non provati o nuovi, se a giudizio del medico essi offrono speranza di salvare la vita, ristabilire la salute o alleviare la sofferenza. Laddove possibile, tali mezzi dovrebbero essere fatti oggetto di una ricerca designata per valutare la loro sicurezza ed efficacia. In tutti i casi, le nuove informazioni devono essere registrate e, dove opportuno, pubblicate."
Sono vaneggiamenti di un visionario le ricerche del dott. Buzzi? Si tratta di illusioni o di fondate speranze? E’ ciò che tutti vorrebbero sapere. Ma ci vorrebbe il parere di una struttura terza, eventualmente una sperimentazione per affossare sul nascere qualsiasi tipo di speculazione o al contrario per imboccare una nuova strada terapeutica.
franco tessitore