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Esce “Candle eyes”, la versione inglese del libro “Occhi a candela” di Roberta Muzio

“Destinato ai discendenti degli emigrati italiani: nella mia storia c’è la storia di tutti”

giovedì 6 luglio 2023, di redazione


La storia di una donna, di una famiglia, da un remoto paese degli Appennini, diventa prima un libro, poi una saga ambientata tra ‘800 e ‘900, infine un volume tradotto in inglese che supera i confini regionali e nazionali, perché “i limiti - come li definisce l’autrice Roberta Muzio - a volte allargano gli orizzonti”. Orizzonti che arrivano oltreoceano per raggiungere i discendenti dei connazionali partiti con i bastimenti. “Candle eyes”, ovvero “Occhi a candela” nella versione italiana, è un libro diretto a coloro che sono alla ricerca delle proprie radici, delle storie degli antenati, dei luoghi in cui hanno vissuto e delle ragioni che li hanno convinti a partire.
Generazioni di italiani, meridionali, molisani, fin dalla seconda metà dell’Ottocento abbandonarono i paesi di nascita per cercare una vita migliore: una diaspora che continuò per tutta la prima metà del Novecento. Uomini, donne, famiglie intere, a volte minori soli, imbarcati sui piroscafi, approdati in Nord America, a Ellis Island, o in Canada, in Argentina, Brasile, Venezuela, Australia.
Col passare degli anni e delle generazioni i cognomi, talvolta, sono cambiati ma le radici restano. Sono quei fili, i legami con la storia familiare, rintracciabili nei logori registri anagrafici, nelle impolverate carte d’archivio, le tracce seguite dall’autrice di “Candle eyes”. “La ricerca – afferma la scrittrice e giornalista - mi ha fatto conoscere un metodo, nonché storie inedite. Nel libro non c’è solo la mia storia familiare ma un continuo riferimento alle fonti che si traducono in suggerimenti per coloro che vogliano approfondire e ricostruire la storia degli antenati”.
Sono sempre di più le persone che tornano nei paesi degli avi, che chiedono informazioni sulle case appartenute alla famiglia, sui nomi e i soprannomi, che visitano i cimiteri, che decidono di chiedere il riconoscimento della cittadinanza per fermarsi lì da dove tutto è partito.
Candle eyes è una storia di emigrazione – spiega Muzio – ma, soprattutto, è una storia di restanza, di donne coraggiose, di emancipazione femminile ante litteram. La partenza e la restanza, che è poi resistenza, queste due cose, si intrecciano nelle vicende narrate determinando eventi e scelte. La stessa copertina contiene un’allegoria comprensibile dopo aver letto il libro: c’è una donna seduta e assorta dinanzi a una scacchiera e qualcuno che la osserva e che è in attesa della prossima mossa. La decisione di pubblicare una versione inglese del primo volume della saga – continua - nasce dall’interesse che amici e lettori, discendenti di nostri connazionali, mostrarono quando, nel 2019, uscì Occhi a candela e, poi nel 2020, il secondo volume della saga ‘Il suono del ferro’. Mi accorsi di aver scritto non solo la mia storia familiare ma, sorprendentemente, quella di molti, fornendo gli strumenti, gli stimoli a fare altrettanto, non necessariamente scrivendo un libro ma anche con la semplice ricerca delle proprie radici”.
Così, dall’incontro con la traduttrice Nadia Milojevic, nasce l’idea della versione inglese di Occhi a candela: “Candle eyes” è oggi acquistabile su tutti i principali store on line, nelle librerie e su Amazon. Un progetto di recupero della memoria, dunque, che ha portato anche alla nascita di un museo a Frosolone di cui l’autrice è cofondatrice: il Piccolo museo Occhi a candela e Antica biblioteca scolastica. “È un luogo collettivo, - spiega la scrittrice - un museo narrante e demoetnoantropologico che, attraverso la storia di famiglia, racconta uno spaccato della comunità tra ‘800 e ‘900. Siamo membri dell’Associazione nazionale piccoli musei d’Italia e le collezioni, soprattutto documentali, sono in continua crescita”.

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