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L’asilo nido è un pozzo senza fondo: si rischia altro sperpero di denaro pubblico

giovedì 14 luglio 2011, di redazione


Grazzanise - Correvano i peggiori anni del secolo scorso e della Prima Repubblica. Si mise mano a un’opera da tutti ritenuta inutile ed estranea alle caratteristiche sociali ed economiche del nostro paese: l’asilo nido. Roba da città, da tessuto industriale a forte manodopera femminile, lontana da una organizzazione familiare che vedeva ancora, dalle nostre parti, la donna direttamente impegnata nella cura dei figli e nella famiglia un efficacissimo sostituto dello Stato. Un’opera mai andata in funzione, una “cattedrale nel deserto” che ha inghiottito negli anni altri soldi per manutenzioni straordinarie e puntualmente abbandonata all’incuria del tempo e alle “attenzioni” dei malintenzionati. (le foto mostrano lo stato di abbandono attuale).
Una struttura, infine, spesso assurta all’attenzione della politica per strumentali fini elettorali ma mai oggetto di una seria riconsiderazione per metterla finalmente al servizio della cittadinanza.
Nel recente passato è stata avanzata qualche timida ipotesi di cambiamento di destinazione d’uso: cessione alle associazioni del territorio, servizi ASL, sede della PM e altro. Ogni volta che si è presentata la necessità di individuare dei locali pubblici da adibire a servizi sociali si è pensato all’asilo nido. E puntualmente tutto è caduto nel dimenticatoio.

Ora il complesso edilizio torna di attualità perché la Regione ha concesso al comune un contributo “una tantum” per la “ gestione e funzionamento delle strutture preposte ad asili nido comunali” sulla base della legge 48/74 e 30/84.
Il provvedimento del 4 gennaio 2011 è accompagnato da una circolare (Prot. n. 2011.0004516 del 04/01/2011) che prevede la presentazione da parte del sindaco di una attestazione circa il numero bambini iscritti (0-3 anni) all’asilo-nido per l’anno scolastico 2010/2011; la data di entrata in funzione dell’asilo-nido; l’organico del personale; il soddisfacimento di alcuni parametri descritti nella L. R. 48/74.
“L’attestazione – e scritto ancora in detta circolare - deve essere corredata di una relazione valutativa del servizio di asilo nido: gestione, iniziative di qualificazione del servizio medesimo, aggiornamento del personale educativo.
Inoltre deve essere prodotto “un certificato rilasciato dall’autorità sanitaria (A.S.L. competente per territorio) circa l’attuale idoneità igienico-sanitaria dei locali e dell’area circostante”.

Su quali basi la Regione abbia concesso il contributo non si sa, soprattutto si ignora quale progetto abbia in mente l’Amministrazione.
Una sola cosa è certa: un bando di gara per un importo di € 113.591,32 + IVA è pubblicato sul sito del Comune. 226 milioni di vecchie lire che temiamo vadano a sommarsi ai soldi già buttati per le periodiche risistemazioni. Altro spreco di denaro di cui il paese rischierà di non avvantaggiarsi, né direttamente (esecuzione lavori) né indirettamente (utilizzazione finale del manufatto). Cui prodest?

frates

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