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Il coordinatore del circolo PD: si consultino i cittadini per decidere che fare dell’oro della Madonna

domenica 7 ottobre 2012, di redazione

La "questione" oro della Madonna impostasi all’attenzione dell’opinione pubblica alla fine dell’estate, in concomitanza con i festeggiamenti dell’8 settembre, è sempre calda. Continuare a tenerlo in banca, esporlo in apposite teche, utilizzarlo per i bisognosi o per creare strutture utili ai cittadini, ecc. Tanti scenari sui quali si discute e ci si accapiglia. L’argomento è di quelli che infervorano le menti e anche il coordinatore di un circolo politico quale il Pd ci tiene a entrare nel merito. E lo fa con una lettera aperta indirizzata al Can. Don G. Lauritano, presidente del Comitato Madonna di Montevergine.

Sezione PD “ Nilde Iotti” - Grazzanise

Al Presidente del Comitato Madonna di Montevergine
Can. Don Giuseppe LAURITANO

Egregio Presidente
Le porgo prima di ogni altra cosa il saluto dei democratici Cattolici di Grazzanise, nonché doveroso sento il bisogno di esprimerLe riconoscenza, unitamente ai Comitati Feste, al Comitato manutenzione e tutti coloro che operano un fedele, paziente e prezioso servizio con alto senso di altruismo, spendendo gratuitamente tempo ed energia per la nostra comunità in attività collegate alla Comunità Parrocchiale.
Gli ultimi giorni a Grazzanise sono scanditi da numerose e fervide polemiche che generano anche strane proposte in relazione all’oro donato nel corso degli anni alla Madonna di Montevergine.
A tal proposito voglio esternareLe le nostre idee, ben consci di addentrarci in un argomento arduo e delicato.
Ritornando quindi al tema principale che riguarda la vendita o meno dell’oro della Santa Vergine, il nostro pensiero è il seguente:
L’oro in questione, costituisce per i cittadini di Grazzanise un dono d’amore e di riconoscenza nei riguardi della Beata, e pertanto riteniamo che ai fedeli, probabilmente, non dispiacerà vedere il frutto dello loro donazioni concretizzarsi in opere definibili di “bene” – cioè quelle opere al servizio gratuito dell’intera comunità e capaci di contribuire al benessere sociale.
La domanda in sostanza, è la seguente: a cosa serve tanto oro alla “statua di gesso” specie nel particolare momento di acuta crisi economica che noi tutti viviamo? Se la Vergine Maria potesse essere umanamente tra noi, si porterebbe dietro la cassa con l’oro o penserebbe ad alleviare le sofferenze di un malato, guardare sorridere un bambino o sfamare chi di cibo non ne ha o ne ha poco? Ovviamente questi sono dettami della nostra religione che Lei ben ci ricorda da oltre cinquant’anni. Come Lei ci ha insegnato e, ben sappiamo, la Madonna ha vissuto, in analogia con il Figlio, l’intera vita in povertà.
Coloro che hanno donato l’oro, lo hanno fatto certamente con amore e per chiedere i suoi favori o per ringraziare per una grazia ricevuta e sono queste le ricchezze che la Madonna desidera: amore e riconoscenza. E non di oro!
Nel concreto la nostra proposta è di verificare, in primis, la consistenza economica dell’oro donato, nonché di verificare in concreto anche la disponibilità della Curia di Capua (che ragionevolmente crediamo non mancherà onorando da sempre la propria specifica ed indeclinabile finalità pastorale) per realizzare, anche una struttura nella quale i Grazzanisani (e non solo) possono trovare gratuitamente ristoro.
Ma al di là delle proposte che sbocceranno, Le chiediamo di intervenire affinché possa essere sciolto il nodo principale che riguarda la vendita dell’oro. A nostro avviso gli unici soggetti legittimati ad esprimersi sulla eventuale vendita finalizzata alla realizzazione di un’opera sono i fedeli e quindi Il POPOLO.
Va anche detto che molti bollano la Chiesa proprietaria di “tesori” di ogni genere ma, quando si tenta di attingere da questi “tesori” per eventuali necessità della comunità o per casi estremamente bisognosi, si genera un dissenso diffuso, “perchè l’oro è della Madonna!”
Pertanto per evitare strumentalizzazioni e polemiche, nonché per dare voce e legittimità popolare alla vicenda in questione, sarebbe auspicabile un iter così delineato:
a) una prima fase atta a raccogliere la volontà dei fedeli anche mediante votazione, (non potendo un gruppo di persone riunite in un comitato, seppur onorabili, decidere per tutti).
b) Una seconda fase, (subordinata all’ esito favorevole della prima), relativa all’elaborazione del progetto da realizzare, in favore della comunità.

Caro Don Giuseppe, Lei ha cresciuto ed educato tanti di noi, La prego solo di voler considerare questa lettera come un messaggio scritto con il cuore, scevro da ogni pregiudizio e privo di polemiche ritenendo che il presente confronto debba costituire il momento per saldare l’alleanza tra i fedeli e la Chiesa, operando sul territorio al servizio delle nuove generazioni, per la realizzazione di opere concrete per il bene comune.

Devotamente

Il Coordinatore Cittadino
Roberto Cosimo PARENTE

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