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Il 25 Aprile, festa di popolo

giovedì 24 aprile 2008, di redazione


Venerdì 25 Aprile ricorre il 63° anniversario della Liberazione dal regime nazifascista. E’ passato più di mezzo secolo ma è ancora viva nella memoria collettiva questa data simbolo della lotta che consentì al nostro popolo, a costo di immani sacrifici, di riconquistare la libertà.
Questa lotta, conosciuta col nome di Resistenza, iniziò all’indomani dell’armistizio dell’8 Settembre e la conseguente invasione da parte della Germania. Essa fu caratterizzata dall’impegno unitario di cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici anarchici, confluiti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)

Si calcola che i caduti per la Resistenza italiana (in combattimento o uccisi a seguito della cattura) siano stati complessivamente circa 44.700; altri 21.200 rimasero mutilati ed invalidi.
Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, mentre 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della donna; 4.653 di loro furono arrestate e torturate. 2.750 furono deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate; 1.070 caddero in combattimento.
Tra i soldati italiani che dopo l’8 settembre decisero di combattere contro i nazifascisti sul territorio nazionale continuando a portare la divisa morirono in 45.000 (esercito 34.000, marina 9.000 e aviazione 2.000), ma molti dopo l’armistizio parteciparono alla nascita delle prime formazioni partigiane (che spesso erano comandate da ex ufficiali).

Da questa convergenza popolare sull’obiettivo di liberare l’Italia nacque poi la Repubblica Italiana e la sua Costituzione ancora oggi in vigore. La sua architettura, ispirata ai principi della democrazia e dell’antifascismo e saggiamente articolata in pesi e contrappesi ha consentito al nostro paese di progredire in pace e di superare indenne vari momenti di difficoltà.
L’intimo legame della Carta Fondamentale con la Resistenza ci è descritto da queste parole pronunciate da Pietro Calamandrei nel Discorso ai giovani sulla Costituzione nta dalla Resistenza, a Milano, il 26 gennaio 1955: "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione".

Oggi il 25 Aprile è una data simbolo contro tutte le dittature e le prevaricazioni e se da una parte alcuni vorrebbero abolirlo o passarlo sotto silenzio, dall’altra la gran parte dei cittadini lo avverte con la stessa intensità e partecipazione degli anni passati caricandolo ancor più di significato.
Sarebbe bello, giusto e patriottico celebrare questa data esponendo il tricolore alla finestre. Purtoppo, pur avendo tante virtù, siamo un popolo poco attento ai simboli. Il prossimo periodo è ricco di date-simbolo: oltre al 25 Aprile, c’è la festa del Lavoro del 1 Maggio e la festa della Repubblica del 2 Giugno. Non consideriamo queste date solo l’occasione di una festa a scuola o al lavoro, ma celebriamole interiorizzandone il significato.
Per fortuna oggi siamo liberi, ma i nostri padri hanno dovuto combattere e morire per acquistare la nostra libertà e la nostra democrazia. Ricordiamo il loro sacrificio e nello stesso tempo festeggiamo la nostra fortuna vigilando perché essa non venga mai meno. Esponiamo con la bandiera il segno della nostra convinta adesione ai principi di libertà, di giustizia e di concordia nazionale.

franco tessitore

Dati ripresi da Wikipedia

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