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I veleni del pentito C. Schiavone

sabato 2 novembre 2013, di redazione


Perché non reagire ai veleni che ancora oggi il pentito di camorra C. Schiavone sparge sull’opinione pubblica con le sue dichiarazioni? Non è giusto far passare nel silenzio totale un giudizio infamante su tutti gli amministratori di quel periodo, soprattutto quando vengono definiti eletti e manovrati dalla camorra, e la loro condotta viene additata come causa dell’avvelenamento dei territori e delle popolazioni.
Reagisca chi può e chi sa, senza avere remora alcuna, perché il silenzio produce più danni di una malintesa riservatezza. Chi legge i giornali, allarmato dalle condizioni in cui oggi si ritrova la Terra dei fuochi, deve sapere che anche allora, in situazioni più difficili e isolate di oggi, vi furono amministratori che si batterono per l’ambiente e la legalità.

Per quanto mi riguarda, quindi, le cose stanno diversamente da quanto afferma il pentito. Ho amministrato Castel Volturno dal 1994 al 1997 e la camorra, che negli anni Novanta gestiva le cave di sabbia (i laghetti), fu costretta a battere la ritirata perché gli impianti furono tutti definitivamente smantellati, e i laghetti sequestrati e monitorati;
La camorra che gestiva la discarica dei rifiuti in località Bortolotto, inondando di percolato la falda, fu costretta ad andare via, perché la discarica fu chiusa e gli impianti requisiti e pubblicizzati;
La camorra che aveva edificato in pineta numerose villette, se le vide abbattute ad horas; così come accadde per il maneggio e per le baracche impiantate in varie zone del litorale;
La camorra che attraccava le barche nella Darsena, fu costretta a prendere il largo quando il sindaco fu nominato custode giudiziario; la camorra che controllava le gare d’appalto, prese il volo dagli uffici comunali; la camorra che taglieggiava il servizio di escursioni fluviali, fu arrestata…
L’elenco continua. La mia libera elezione, non fu un affare per loro - e nemmeno per me - e certamente va respinto il tentativo, che si rinnova con la pubblicazione degli atti, di considerare tutto e tutti manovrabili dalla camorra.<

La Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’on. Massimo Scalia - XII legislatura - e dai cui verbali oggi vengono estrapolate numerose pagine secretate, non rilevò allora solo le dichiarazioni del pentito, che ora tanto scuotono l’opinione pubblica, ma anche atti concreti di impegno contro la camorra, lo smaltimento dei rifiuti e l’illegalità diffusa.
Alle pagine 14 e 15 della relazione approvata nella seduta del 21 dicembre 1995, tra le altre cose, si legge:
I responsabili di governo, a livello provinciale, le autorità provinciali e comunali ( tranne qualche eccezione come il sindaco di Castel Volturno) hanno dimostrato una forte sottovalutazione del fenomeno…Positivamente apprezzabile è apparsa l’attività del sindaco di Castel Volturno impegnato per il recupero del territorio ed il ripristino della legalità su due fronti, quello urbanistico (nel comune vi è un’altissima incidenza di costruzioni abusive), e quello dell’emergenza rifiuti per la presenza nello stesso comune di numerosi invasi trasformati in discariche di rifiuti di ogni tipo.
In data 12 maggio 1997 il Procuratore della Repubblica di S. Maria C.V. dott. Gennaro Del Tufo di Chiuppeto, indirizza al sottoscritto la seguente nota:
”La S.V. in un territorio estremamente difficile per la presenza dei clan camorristici ha disposto con ruspe l’abbattimento di case abusive facendo sì che a fronte della diffusa illegalità esistente nella zona abbia saputo, con energia imporre - finalmente - il rispetto della giustizia.
Tutto questo, certamente non è stato sufficiente a fermare i veleni della camorra, né la camorra stessa, perché la lotta non è stata duratura. Ma io spero, con questa mia irreprimibile reazione, di aver dato un contributo soprattutto ai giovani che ignorano le vicende di un recente passato, e a quanti si battono per la rinascita delle nostre terre, confidando in una duratura mobilitazione popolare e nel ruolo delle istituzioni.

Mario Luise
(ex sindaco di Castelvolturno)

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