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Raffaele Raimondo chi?

Sparito dai comunicati della Cerchiello, l’ex presidente è ’dissidente’ su Twitter

martedì 9 settembre 2014, di Peppe Florio


GRAZZANISE – Dando uno sguardo alle firme sotto gli ultimi comunicati del gruppo guidato da Teresa Cerchiello, un dubbio sorge: ma Raffaele Raimondo, presidente del direttivo del Partito democratico che da febbraio a fine maggio ha retto il “N. Jotti”, che fine ha fatto?

A fare specie, non è solo l’assenza del nome di Raimondo in calce ai testi diffusi dal gruppo, ma anche alcune posizioni che il professore in pensione sembra aver assunto attraverso dei twit diffusi in rete, che non appaiono proprio convergenti con le posizioni della brezzana e del suo entourage.

Ai 140 caratteri di Twitter, infatti, Raimondo, l’1 settembre ha affidato una propria posizione critica verso le liste civiche, propugnando per delle liste di area, che evitino il “riciclaggio di politicanti”. Un’idea che non è nata adesso, ma che sembra essere troppo lontana dalla concezione di fare politica dei candidati ad amministrare il paese. Se per i singoli partiti, infatti, sarebbe impossibile raggiungere i numeri sufficienti ad ottenere seggi importanti in consiglio comunale, unire più partiti della stessa area politica significherebbe non solo poter sperare in buoni risultati elettorali, ma anche poter contare su contatti privilegiati con entità di partito provinciali, regionali e nazionali. L’accozzaglia di colori politici, che da anni caratterizza le liste civiche, invece, certo non aiuta da questo punto di vista, permettendo piuttosto passaggi di volti e pacchetti di voti da un lido a un altro. Attualmente, però, il gruppo della Cerchiello (che può, sì, contare su agganci validi anche tra i banchi dell’Europarlamento), non parla ancora di una lista di area, escludendo categoricamente una riconciliazione con l’anima della sezione che fa capo a Rosario Ciliento, e restando piuttosto elusivo sull’alleanza coi socialisti.

Al 7 settembre, invece, risale una considerazione che invita, prima di prendere seri impegni elettorali, ad essere prudenti e ad attendere il risultato del ricorso contro il congresso del 31 maggio scorso, quando Ciliento fu eletto segretario alla presenza del segretario provinciale Raffaele Vitale. Sebbene entrambi i gruppi non si siano ancora pronunciati sulle proprie scelte in vista delle elezioni di primavera prossima (anche se Cerchiello ha ottenuto il supporto anticipato dei vertici regionali di Partito e Ciliento ha già incontrato Federico Conte e domani incontrerà Enrico Petrella), di quel ricorso nessuno più parla. Prima di una scelta, inoltre, andrebbero ascoltati formalmente anche gli iscritti al partito, che però , se si guarda lo streaming dell’incontro pubblico tra il Pd e le altre forze politiche organizzato dal direttivo di Ciliento alcune settimane fa e in cui gli iscritti democrat (che si aggirano ufficialmente intorno alle 100 unità) si contavano sulla punta delle dita, non sembrano essere molto partecipi alle attività di partito.

Va ricordato, per onor del vero, che, già all’epoca del congresso di maggio – sebbene egli stesso lo considerasse una farsa – Raimondo, in qualità di presidente, propose al proprio gruppo di autosospendersi in attesa dell’esito del ricorso, senza ricevere l’appoggio degli altri.

Che sia successo qualcosa che abbia rotto gli equilibri tra il gruppo Cerchiello e l’ex presidente? Sul punto attendiamo chiarimenti dai protagonisti.

Peppe Florio

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