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Una nuova pubblicazione sul prete di Barbiana

Un libro su Don Milani

martedì 25 marzo 2008, di redazione


E’ uscito, per i tipi dell’editore Luciano di Napoli, il volume "Don Milani tra scuola e impegno civile", a cura del nostro concittadino Giammichele Abbate, noto collaboratore del Mattino e dir. resp. della rivista Il Mulo.
Il volume contiene contributi anche di Bruno Schettini, professore di Pedagogia presso la II Università di Napoli, di Carmel Borg e Peter Mayo, dell’Università di Malta, e di Filippo Toriello, Docente nelle scuole superiori e presso la II Università di Napoli.

Don Lorenzo Milani nacque nel 1923 da agiata famiglia fiorentina e morì nel 1967. Proprio l’anno scorso ebbe luogo un convegno sulla figura dell’educatore di Barbiana a cura del Circolo Didattico Don Milani di Grazzanise, su input dello stesso Abbate. Questa pubblicazione si pone, dunque, come una sorta di continuazione di quell’incontro ed è ispirata alla valenza pedagogica dell’esperienza di questa controversa figura della Chiesa (i suoi scritti non ricevettero l’imprimatur).

Il contributo di B. Schettini mette in luce la figura di colui che ha sempre rivendicato i diritti degli ultimi, che concepiva la padronanza della parola come presupposto per l’uguaglianza.
P. Mayo, da parte sua rileva come sia fondamentale affermare un’idea di cittadinanza in cui le persone sono attori consapevoli, impegnati criticamente e socialmente. La sfida pedagogica è quella di fornire un’educazione che sottolinei la connessione tra apprendere e potere.
F. Toriello si sofferma su una possibile lettura interculturale della Lettera a una professoressa, l’opera più celebre di Don Milani, mentre G. Abbate cerca di individuare alcuni nodi processuali dell’esperienza di Barbiana che si configurano come apprendimento cooperativo e solidaristico.

Il libro cerca di esplicitare l’azione pedagogica del prete toscano approfondendone taluni aspetti fondamentali. A quarant’anni dalla morte il suo insegnamento è ancora vivo nonostante sia cambiato il contesto sociale. Non si tratta di riprodurre pedissequamente le sue esperienze, come si dice nella presentazione, ma di capire il senso e il ’funzionamento’ della sua azione per restituire all’educazione il senso di una missione che si è andata perdendo.
Si raccomanda dunque la lettura di questo testo a insegnanti, educatori, pedagogisti e a quanti sonop impegnati con con l’educazione dei giovani.

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