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Lettera aperta ai militanti del Pd di Grazzanise, ai dirigenti provinciali e regionali, ai rappresentanti istituzionali del mio partito

Ora basta! Ristabiliamo la verità

venerdì 12 settembre 2014, di Rosario Ciliento


Dopo mesi e mesi di insulti gravi e totalmente ingiustificati, da me sopportati in silenzio, credo sia giunto il momento, una volta per tutte di spiegare seriamente le vicende degli ultimi mesi del circolo del partito democratico ed il mio impegno in politica. Ho 24 anni e non sono mai appartenuto a nè conosciuto le dinamiche che hanno contraddistinto gli anni precedenti del partito a Grazzanise. Sotto questo punto di vista mi considero nuovo in quel che faccio. Senza aver avuto mai vincoli con nessuno, ho deciso di partecipare più attivamente alla vita del circolo, convinto che il mio impegno poteva almeno provare ad esser utile al contesto grazzanisano.

E vengo alle vicende interne. Senza conoscere a fondo praticamente quasi nessuno dei componenti della sezione locale, le prime riunioni a cui partecipai mi lasciarono molto positivamente colpito dallo spirito di condivisione ed armonia che c’era. Tutti insieme anche rispetto alla dinamica congressuale su un ticket segretario-vice segretario, individuati nelle figure D’Abrosca-Cerchiello.

Successivamente però l’impegno preso è stato deliberatamente disatteso dal gruppo di Teresa, per portare avanti una discussione divisiva ed esclusiva che tenesse fuori tutta una parte del partito. Una crociata dell’ "o noi o loro", ai miei occhi incomprensibile. Mi è stato chiesto di intestarmi un confronto congressuale per la guida del circolo, per tentare almeno di mantenere in piedi l’esistenza di un gruppo, che, a ragione (dati gli sviluppo successivi) temeva di essere cacciato via a calci dal partito. Si presentano le candidature, uno dei pochi circoli dove si procede alla conta congressuale, interviene il provinciale, con una proposta di mediazione che almeno non mortificasse completamente tutto il gruppo che rappresentavo, pur nell’indicazione di Teresa segretario. Niente, picche! "O noi o loro". Ed inizia un momento anche personalmente difficile per me, non abituato ad una vergognosa pseudo-politica del pettegolezzo, che tanto ha fatto male negli anni allo sviluppo ed alla crescita della nostra comunità cittadina.

Dopo il congresso, vinto per tre voti da Teresa, inizia per me una fase ancora più complicata. Il momento dell’ epurazione era finalmente arrivato. Noi, in un angolo, ed ogni giorno a subire deliberatamente colpi bassi personali a mezzo stampa, social network, nell’ "inciucio di mezzo alla strada": fango, odio e mortificazioni. Loro malgrado, la mia faccia pulita ed il mio impegno disinteressato e fatto solo di autentica passione civile e politica, mi mettono al riparo da tutto; poi si sa la macchina del fango, soprattutto in contesti degradati come il nostro, non ha confini. Per fortuna sono giovane, ho le spalle larghe, vado avanti.

Tornando alle vicende. Il gruppo che ha eletto Teresa, insieme allo scarico di veleno quotidiano nei miei e nostri confronti, trova anche il tempo di litigare al suo interno, e la sparuta maggioranza si sgretola in pochi mesi. Il giovane vice segretario da lei nominato, esasperato da una gestione accentratrice, decide di togliere la fiducia al segretario.

E veniamo al centro della questione. Alcuna forzatura di natura regolamentare è mai stata fatta. Alcuna. Il gruppo dirigente, da regolamento, ha sfiduciato il segretario. A quel punto il livello provinciale ha dovuto, d’ufficio, indire il nuovo congresso. Congresso spostato responsabilmente più volte, per garantire il sereno svolgimento delle elezioni europee e soprattutto per tentare di nuovo la ricerca di soluzioni condivise, abbassando il grado di tensione, che, registro, sempre personale, quasi mai politica. Sarebbe stato ragionevole attendersi che la chiusura fosse del gruppo che rappresento io, dopo gli immeritati schiaffi ricevuti. Ed invece no! Ancora Teresa. "Aldilà della sfiducia io sono la segretaria, vado avanti, punto." Questo il leitmotiv di quel periodo, dove abbiamo atteso mesi prima del congresso, e partecipato a numerosi tentativi di mediazione del livello provinciale (a proposito questo delle coperture politiche che io avrei a livello provinciale).

Giorno 31-05-2014, falliti tutti i tentativi di mediazione si celebra il congresso. Allora, chiariamo una volta per tutte: alla presenza del segretario provinciale, (sezione fatta trovare chiusa, ma su questo non commento) dopo una proficua discussione, scaduto il termine di presentazione delle liste, così come da regolamento, è stata presentata solo la mia candidatura, procedendo per acclamazione.

Da li, io non ho mai avuto da Teresa le chiavi della sede, e tutti i mobili e quant’altro del partito è stato portato via. Ad oggi siamo costretti a fare riunioni in piedi perché mancano le sedie, abbiamo dovuto fare una colletta per tinteggiare la sede e tuttora usiamo un secchio vecchio trovato per strada come cestino, perché nessuno di noi può permettersi di ricomprare tutto da capo. Inutile dire i continui attacchi, in alcuni casi velate minacciucce che in silenzio ed ormai con il sorriso sto subendo da mesi e mesi ad oggi. Questa la verità, allora ne approfitto per dire a chi, da fuori,vuole difendere una determinata posizione: i fatti sono questi, qualcosa in più e non in meno. Se poi devo essere mandato via a calci e mortificato ancora personalmente prima che politicamente, non c’è alcun problema. Sono giovane, me ne farò una ragione. L’impegno e la militanza politica si profondono anche fuori il partito. La mia dignità umana e politica prima di tutto. Saluti, Rosario Ciliento

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