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IL VIDEO INTEGRALE - Enrico Parente racconta pubblicamente la propria verità

L’ex sindaco si dichiara non colluso e non risparmia parole per inquirenti, magistrati, giornalisti ed ex alleati

martedì 12 maggio 2015, di Peppe Florio


GRAZZANISE – L’ex sindaco Enrico Parente scende in piazza per esporre la propria verità circa la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto e che nel 2012 ha portato allo scioglimento dell’amministrazione di Pietro Parente (figlio di Enrico che in quel momento era capogruppo di maggioranza), considerata in continuità con quella del padre. “Non sono un colluso” urla Parente dal palco, in un incontro che era stato annunciato come un appuntamento per spiegare una vicenda umana e non come un comizio. Nessun simbolo svoltista, infatti, a supporto della candidatura di Pietro Parente, sebbene il tutto sia poi finito con un “non abbiate timore di votare Pietro: viva l’Italia, viva Grazzanise, viva Pietro Parente!”.

Nessun commento. Le immagini e le parole di Parente si commentano da sé. “La storia del viaggio in Austria e della visita medica [al boss Michele Zagaria ndr] è paradossale, tanto che 2 volte la Cassazione ha rifiutato l’arresto e smontato l’accusa” sostiene Parente, che non risparmia parole verso inquirenti, magistrati e, soprattutto verso ex alleati, avversari politici e giornalisti. “Il quadro d’accusa è congetturale” sostiene l’ex sindaco citando la sentenza di Cassazione del 2013.

Lo scioglimento è stata una farsa…ormai avevano preso quella direzione e non potevano tornare indietro. Ma perché i consiglieri hanno avuto tutta questa fretta di abbandonare il sindaco? Forse non sopportavano la leadership del sindaco e dell’ex sindaco? Quale era il timore? Forse qualcuno fomentava? E guarda caso ora li ritrovi in altre liste. Non lo dicono, ma anche loro sono stati colpiti dallo scioglimento” accusa Parente. “L’accusa è stata montata prendendo pezzetti della mia vita in un anno. Se fossi stato Enrico Parente residente a Grazzanise e non Enrico Parente sindaco, non sarebbe accaduto niente” sostiene. “Adesso sarà difficilissimo battere Pietro Parente, ma non perché Pietro e la sua squadra sono formidabili, ma perché vi tartasserò, nel prossimo comizio che farò a Brezza, dal punto di vista morale. Abbandonare il sindaco giovane è stata una vigliaccata, voi non siete uomini degni di onore” avverte l’ex sindaco.

Sono convinto che chi mi ha indagato oggi si rende conto che ha sbagliato”. “Zagaria in Austria? Non è dimostrato. Lo hanno sentito da una conversazione tra me e mia moglie su un testo della Capacchione. Le intercettazioni vanno ascoltato da chi le capisce” spiega il medico. “Non avrò alcuna remora verso gli assessori e i consiglieri che hanno usurpato i miei favori; vi dirò tutto quello che c’è da dire, ma dopo le elezioni, perché io non sono una carogna” afferma.

Nel video, pubblicato integralmente in calce, potrete ascoltare gli ulteriori argomenti che Parente utilizza per sostenere la propria innocenza. Sarà la Storia e il tempo a stabilire chi abbia ragione, se Enrico Parente o gli inquirenti, i magistrati e i giornalisti.

Alcune precisazioni sulla questione della Gmc Gricignano:
1. Parente sostiene di essere stato contattato dagli altri 3 sindaci (di Gricignano, di San Cipriano e di Orta di Atella) per entrare a farne parte. Eppure, nella documentazione allegata alla delibera di consiglio per l’adesione alla società, si trova una lettera, datata 17 novembre 2004, in cui Parente, rivolgendosi a Lettieri, afferma di essere venuto a conoscenza della multiservizi tramite la stampa e di essere interessato, chiedendo maggiori informazioni. Quale delle due (la lettera ufficiale o l’affermazione dal palco rispecchia il vero?)
2. Inoltre, è assolutamente falso che servisse la presenza di Grazzanise per arrivare al 51% di parte pubblica. Da statuto, infatti, la parte pubblica detiene già il 51 percento delle quote, mentre la privata il 49. Nello statuto, infatti, nella parte pubblica è annoverato, con 5 mila 100 quote su 10 mila, solo il comune di Gricignano, che ha poi provveduto a vendere delle quote ad altri enti pubblici (Grazzanise ne comprò 300). 3. Il comune approvò l’acquisto delle quote per un totale di 6 mila e 600 euro, inseriti in uno degli ultimi bilanci di previsione della prima amministrazione Enrico Parente. Quei soldi non sono mai stati dati, ma solo nel 2010 l’ente ha dovuto pagare, dopo il fallimento della multiservizi, 2100 euro (ovvero 7 euro a quota, in luogo dei 22 originari). Sarò una capra, ma, non so lei, io non do soldi a un imbianchino per non farmi imbiancare la casa, per poi chiamare un altro imbianchino “paesano”. Se ne rende conto anche una capra, quindi anche io e anche lei, che un operazione del genere aumenta i costi. O no?

Peppe Florio

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