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Una fattoria di prodotti tipici nell’ azienda confiscata

sabato 11 agosto 2007, di kore


Santa Maria La Fossa- Sovente sotto i riflettori della cronaca, troppo spesso apostrofato come terra di camorra e rifiuti, ben presto Santa Maria la Fossa sarà un esempio per tutti. Un esempio da seguire.

Con un finanziamento di 516mi1a euro, dove un tempo la camorra locale aveva localizzato una ’sua’ azienda agricola nascerà la ’Fattoria dei prodotti tipici’. Si tratta di un progetto complessivo di recupero ad uso produttivo di un’azienda confiscata alla camorra locale. 120 ettari di terreno che trasformeranno la zona e che cambieranno volto all’intera cittadina di Santa Maria la Fossa, rappresentano il segnale del recupero, ad uso produttivo, di un bene confiscato alla camorra. L’operato della criminalità organizzata, che aveva devastato con i suoi affari un’area di vasta portata ed inquinato un settore fiorente quale quello agricolo e bufalino, sarà solo un ricordo.

II progetto messo in cantiere da Agrorinasce prevede, in primis, la riattivazione della masseria con l’avvio di un piccolo allevamento bufalino e di altri animali da stalla e da cortile con l’aggiunta di prodotti tipici ortivi dell’area quali pomodori e meloni. Per quanto riguarda la Fattoria didattica, questa rappresenta solo uno degli aspetti della multifunzionalità dell’azienda agricola, con la possibilità, per gli studenti, di effettuare delle visite guidate e questo in seguito all’iscrizione della struttura nell’apposito albo regionale.

Tutto ciò sarà reso possibile grazie al coinvolgimento di istituzioni pubbliche come I’Agrisviluppo, azienda speciale della Camera di Commercio della Provincia di Caserta, I’Asl Ce2 e la Seconda Università di Napoli - Facoltà di Scienze- che potrebbe avviare la sperimentazione e la selezione della razza mediterranea bufalina e per il recupero di essenze vegetali e sperimentazioni storiche nell’allevamento bufalino a pascolo brado. Da sottolineare l’impatto occupazionale con l’assunzione di unità lavorative. L’importo complessivo dell’ investimento è di circa un milione, la progettazione è stata affidata al Nucleo Tecnico di progettazione per il recupero dei beni confiscati, costituito da Agrorinasce e localizzato all’interno dell’Università per la Legalità e lo Sviluppo.

“Il nostro Comune e il territorio circostante ne trarranno enormi benefici- assicura il sindaco Bartolomeo Abbate. Tradizione, ambiente e legalità sono gli obiettivi che ci proponiamo di realizzare”.

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