11 gennaio 2014, di redazione
La poesia è come un abbigliamento “a cipolla”. Come ci si veste in modo da poter far fronte agli sbalzi di temperatura, togliendo o indossando indumenti secondo necessità, così la poesia si presta a una lettura per strati successivi, dal più esterno, accessibile a tutti, a quello più interno, passando per gradi intermedi che richiamano ’realtà’ sempre più “intime e soggettive”, fino a un nocciolo difficile da individuare e interpretare anche da parte di lettori esperti e, spesso, addirittura (...)