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Le multe, ennesimo balzello per i cittadini

sabato 6 ottobre 2007, di redazione


Un articolo de ‘La Repubblica’ ripropone il problema delle multe in Italia, un fenomeno in grande espansione. Scagli la pietra chi non si è visto recapitare a casa una ingiunzione di pagamento per una infrazione al codice della strada.
I più tartassati, sempre secondo il giornale, sarebbero i cittadini di Caserta, con una media pro capite di 120 euro, mentre Milano e Roma si attestano sui 60 e 80 euro.
Fanno la parte del leone le multe comminate con l’ausilio dell’autovelox. Ormai non c’è più un tratto di strada scoperto, non c’è paese o città che non ne faccia uso, non c’è amministrazione che non metta a bilancio un certo numero di migliaia di euro.
Si dice che le somme introitate vengano investite nelle infrastrutture e nella sicurezza. I cittadini sanno che non è vero. Lo stato pietoso in cui versano le strade è sotto gli occhi di tutti.
E’ solo un lontano ricordo, ormai, l’azione di controllo e prevenzione svolta dalle forze dell’ordine, in particolare dai vigili, volta a regolare il traffico e a prevenire gli incidenti. Oggi i vigili, o altrimenti detti la polizia urbana, sono stati trasformati in agenti esattori. Si nascondono, si mimetizzano per colpire, non per prevenire, hanno smesso il fischietto e hanno adottato l’autovelox, in macchina, sul treppiedi, come volete, ma ben nascosto. Una volta, l’automobilista preso in flagranza veniva apostrofato con la mitica domanda “Concilia?”. Oggi c’è il flash dell’autovelox che ti immortala. A lui manca il buon senso, la tolleranza, il giudizio critico, la valutazione relativa. Ti marca e non c’è verso di discutere.
Si, ma è per controllare la velocità, dunque per salvaguardare la nostra incolumità, dice il buon cittadino.
I limiti di velocità? Sono quelli dell’altro secolo anche se le vetture di oggi, a dispetto di tutti i tentativi, si rifiutano di scendere al disotto di una certa soglia.
A volte si tratta di vere e proprie assurdità. Quanta segnaletica dovrebbe essere rivista? Quanti limiti a 10 km/h sono stati installati per lavori in corso e mai più rimossi? In quanti casi si omette l’ordinaria manutenzione delle strade preferendo, per economia o pigrizia, l’installazione di un limite di velocità?
Per mesi è stato in funzione senza ragione un divieto di accesso a Capua sulla Via Brezza costringendo ignari automobilisti a tornare indietro. E quanti semafori sono regolati in modo che il giallo duri solo un attimo?

Per limitarci alla ex statale 264 che attraversa il nostro territorio, nel tratto dal bivio di Cancello ed Arnone a Capua (circa 15 km) troviamo ben 4 autovelox. I due collegati ai semafori a Grazzanise in pochi mesi di esercizio hanno scattato migliaia di foto (quante contravvenzioni pagate e a chi vanno i soldi incassati sarà eventualmente oggetto di un altro articolo). Oltre a quelle esistenti, altre due apparecchiature sono previste a S. Maria la Fossa, uno dei rari comuni ancora sforniti che ha deciso di recuperare (come dargli torto?).
L’ingenuo cittadino, convinto ancora che si tratti di un deterrente, ribadisce che è per il bene di tutti, per la sicurezza collettiva, per inculcare nella popolazione il rispetto delle basilari regole di comportamento.
La realtà è che niente di tutto questo è vero. Pattuglie di Cancello ed Arnone andavano a controllare fino a ieri (da oggi c’è l’autovelox) la discesa del cavalcavia, ben lontano dal centro abitato, in un tratto a trappola, al termine della discesa, appunto.
Il comune di Grazzanise ha installato due autovelox abbinati ai semafori (il primo, quando lampeggia vi frega) ma non è in grado di controllare il traffico all’interno del centro urbano e non combatte la sosta selvaggia.
L’amministrazione di S. Maria la Fossa si accinge a dotarsi di due apparecchiature fisse (ma da tempo utilizza quella mobile) tuttavia non è in grado di liberare la strada, che nel tratto urbano prende il nome di Corso Umberto, dalle auto parcheggiate a tempo indeterminato, un’autentica via crucis per automobilisti e camionisti di passaggio e ha chiuso gli occhi di fronte ai danni provocati alla carreggiata dal lato Capua da lavori effettuati ormai da mesi.
E infine Capua, i cui vigili fino a ieri sono stati i più bravi a mimetizzarsi con apparecchiature mobili nei pressi dello zuccherificio. L’amministrazione ha sistemato un autovelox vicino al distributore di carburanti, un po’ prima della curva, dove anche il più incosciente deve rallentare se non vuole andare a finire nel vecchio impianto industriale, ma nel contempo ha creato un obbrobrio al quadrivio detto dei Caputo e non riesce a combattere la sosta selvaggia a Porta Napoli tanto che in alcuni momenti entrare in città (o uscirne) appare un’impresa alla Rambo.

Dunque non è la sicurezza in cima ai pensieri degli amministratori, da nessuna parte.
E il cittadino? Pur convenendo che le regole vanno rispettate è difficile sottrarsi all’impressione che il controllo della circolazione sia solo una scusa per caricarlo di ulteriori balzelli, senza che per questo la sicurezza sia aumentata.
Al contrario.

franco tessitore

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