Grazzanise oggi  Numeri utili  I nostri Caduti  Ris. elettorali  Trasporti  Differenziata  | Meteo |

Grazzanise on Line

Home page > Politica > Il rilancio dell’ACMS secondo la minoranza provinciale

Il rilancio dell’ACMS secondo la minoranza provinciale

venerdì 14 novembre 2008, di redazione


Premessa
Il Trasporto pubblico in Provincia di Caserta rappresenta oramai un’emergenza al pari di quella affrontata dal Governo Berlusconi sul fronte rifiuti.
Mancanza di progettualità, ma soprattutto mancanza di volontà politica da parte dell’attuale amministrazione provinciale a risolvere l’annoso problema del trasporti in terra di lavoro hanno determinato una situazione tale che si rischia realmente di bloccare tutto il sistema della mobilità casertana a completo danno dei cittadini della nostra provincia.

Situazione attuale
L’Acms vanta passività consolidate pari a circa 25 milioni di euro. Di cui circa 14 milioni per crediti vantati dall’Inps.
L’azienda è partecipata da 45 enti locali. L’amministrazione provinciale detiene la maggioranza relativa con oltre il 33% delle azioni.
La perdita di esercizio, invece, è di circa 600 mila euro al mese. Per un complessivo di circa 7 milioni di euro all’anno.
I dipendenti sono circa 550.
Il parco mezzi è rappresentato da solo 75 autobus in servizio che coprono soltanto 1/3 delle linee di trasporto della Provincia di Caserta.

La proposta
E’ possibile salvare l’Acms e rilanciarla nel mercato del trasporto provinciale? Sicuramente si.
Ma per poter raggiungere tale risultato è necessario non solo ricapitalizzare l’azienda per eliminare le passività pregresse, ma anche portarla in bonis eliminando le perdite di esercizio.

Primo obiettivo: ricapitalizzare l’azienda per eliminare le passività pregresse.
Come detto in precedenza, le passività pregresse dell’Acms sono pari a circa 25 milioni di euro.
Sarà necessario, pertanto, ricapitalizzare l’azienda per 25 milioni di euro + altri 5 milioni di euro che andrebbero a finanziare alcune spese per il rilancio in bonis dell’Acms che più avanti saranno specificate.
Ulteriori aspetti di questa ricapitalizzazione sono:
1. il totale finanziamento della spesa per la ricapitalizzazione da parte della Provincia di Caserta in modo da acquisire tutte le azioni degli altri enti locali e diventare unico azionista dell’Acms;
2. finanziare la ricapitalizzazione in tre anni con l’avanzo di amministrazione che per la Provincia di Caserta è pari a circa 24 milioni di euro (in cassa già 18 milioni di euro) e con i circa 10 milioni di crediti che l’Acms vanta nei confronti dei comuni soci.

Contemporaneamente alla programmata ricapitalizzazione dell’azienda in modo da eliminare in un arco di tre anni le passività pregresse, sarà necessario portarla in bonis eliminando le perdite di esercizio. .

Secondo Obiettivo: portare in bonis l’Acms eliminando le perdite di esercizio.
Come detto in precedenza le perdite di esercizio ammontano mensilmente a circa 600 mila euro.
Sono tre le azioni che possono ridurre questo gap:
1. Ridurre la spesa del personale.
a. Pre-pensionare circa 80 dipendenti che sono nelle condizioni di usufruire di tale beneficio. Prepensionamento da finanziare con una spesa (da ricapitalizzazione) di circa 3 milioni di euro. Economia realizzabile: circa 320 mila euro al mese
b. Assorbimento da parte della Provincia di Caserta di circa 80 dipendenti dell’Acms. Soluzione già adottata da altre province italiane per salvare altre aziende di proprietà. Perseguibile da parte della Provincia di Caserta perché non incidente in modo negativo sul patto di stabilità e sulla spesa interna del personale. Economia realizzabile: circa 320 mila euro al mese.

Economia totale realizzabile: 640 mila euro al mese
2. Razionalizzazione delle spese relative alle prestazioni di servizio. Dall’analisi delle attività svolte dall’Acms risulta che, nonostante l’azienda sia in possesso di professionalità tali da poter effettuare prestazioni di servizio in economia (manutenzione automezzi, reti elettriche, manutenzione immobili e parco mezzi), è stato quasi sempre preferito la esternalizzazione delle stesse a terzi. Con un aggravio della spesa di circa 35 mila euro al mese.
Riteniamo pertanto che, valorizzando le risorse interne, sia possibile razionalizzare tale spesa e determinare una ulteriore economia che si stima intorno ai 20 mila euro al mese.

3. Eliminare le spese inutili.
Risultano affidati centinaia di incarichi a professionisti avvocati per controversie in cui è parte l’Acms pur avendo l’azienda un ufficio legale con tanto di professionisti abilitati all’esercizio della professione. Per una spesa oramai cronica di circa 10 mila euro al mese.
Risultano affidate consulenze non necessarie per un totale di oltre 10 mila euro al mese.
Risultano assunti direttori che non si presentano mai sul posto di lavoro e la cui utilità è di difficile comprensione per una spesa di circa 10 euro al mese.
Economia realizzabile: 30 mila euro al mese

4. Riqualificare ed aggiornare il personale
Formazione, riqualificazione ed aggiornamento del personale teso al recupero di un livello accettabile della qualità del lavoro. Gli scarsi risultati ottenuti dall’Acms in questi ultimi anni dipende soprattutto dalla grave situazione in cui prestazione la propria opera i circa 55° dipendenti dell’Acms.
Serve un nuovo assetto manageriale.

Con queste poche azioni riteniamo che l’azienda possa essere salvata dal fallimento, ma soprattutto possa essere riportata in bonis.

Ma dopo questa prima fase di rilancio sarà necessario un secondo momento.

Seconda fase
Una volta sanata l’Acms dovrà essere posta sul mercato per poter privatizzare il 49% delle azioni. Attraverso, non è una provocazione, una vera gara europea aperta a tutti i possibili partecipanti.
L’apporto del privato dovrà consistere nell’acquisto di 200 nuovi automezzi utili ad implementare il servizio su tutte le tratte della provincia di Caserta (anche in collaborazione con Unico Campania) e, conseguentemente, per determinare maggiori entrate determinate appunto dalla vendita dei biglietti.
In questa fase sarà necessario riordinare la rete del trasporto pubblico nel bacino provinciale casertano con una maggiore sintonizzazione di orari e di fermate tra le diverse modalità di trasporto. Sarà necessario anche implementare i servizi dell’azienda puntando, per esempio, alla gestione dei parcheggi a pagamento e quelli relativi al settore turistico di terra di lavoro.

Considerazioni finali
Siamo convinti che una seria assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione provinciale potrebbe salvare l’Acms, il diritto dei cittadini della nostra provincia di usufruire del trasporto pubblico, ma soprattutto garantire il futuro ai circa 550 dipendenti dell’azienda. La preoccupazione è che l’attuale governo provinciale non abbia idee per poter garantire tali risultati.
Gli stessi prestiti tamponi (circa 9 milioni di euro, in realtà corrisposti solo la metà) effettuati fino ad oggi sono la prova che non vi è un chiaro programma per il rilancio del servizio mobilità in provincia di Caserta. Nonostante ciò, siamo disponibili ad un confronto con l’attuale maggioranza. Per questo motivo presenteremo questo piano alla competente commissione consiliare per il suo vaglio, aggiustamento ed eventuale approvazione.

Giorgio MAGLIOCCA (An-Pdl)
Michele GRIFFO (Fi-Pdl)
Gerardo TROMBETTA (Indipendente)
Francesco PAGANO (Udc)

Co.sta.

Rispondere all'articolo

 


Monitorare l'attività del sito RSS 2.0 | Mappa del sito | Area riservata | SPIP | modello di layout