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Presentato a Capua l’ultimo lavoro di Bova su S. Maria la Fossa ma l’autore non c’è

sabato 9 giugno 2012, di redazione


Capua - Presso la sala Capecelatro dell’ex seminario di Capua ha avuto luogo la presentazione ufficiale del volume “I più antichi documenti di S. Maria la Fossa – Greci ed Ebrei (XII-XVI sec.)” dello storico Giancarlo Bova.
L’evento prevedeva la presenza dell’autore, del critico prof. Giuseppe Rotoli e del D.S. del Liceo Sc. “Garofalo”, prof. Giovanni Di Cicco, oltre che di S.E. l’Arcivescovo di Capua, Mons. Bruno Schettino, del Sindaco di S. Maria la Fossa, dott. Antonio Papa, con il coordinamento dell’avv. Antonio Gaudiano.
Purtroppo all’ultimo momento i relatori “scolastici” sono venuti meno e l’onere della manifestazione, a quel punto improcrastinabile, è ricaduto in massima parte sull’Arcivescovo. Il quale, dall’alto della sua vastissima cultura ed esperienza, ha fatto un intervento a largo raggio che, pur senza entrare nei meandri della ricerca del Bova, ha dato una rappresentazione abbastanza compiuta della società medievale e oltre del Basso Volturno.

“L’arco di tempo indagato è molto ampio ed è compreso tra il 1121 e il 1516. Attraverso lo studio degli atti giuridici è possibile vedere molto bene l’evoluzione del centro medievale, denominato dapprima locus S. Maria eque dicitur alla Fossa (1121), chiamato poi villa S. Mariae ad Fossam pertinenciarum capuae (1492). Si tratta di un villaggio lungo il fiume Volturno, dove i mercanti provenienti da Castelvolturno si fermavano con le loro imbarcazioni nel porto Femirarum o Mulierum per vendere le loro merci, all’ombra della chiesa dedicata alla Vergine Assunta (X-XIII sec.), che rappresentava un asilo di pace per quegli uomini affaticati e per tutti gli abitanti”. (premessa dell’autore al volume).

Il sindaco Papa, da parte sua, ha rivendicato con orgoglio la decisione di sostenere la pubblicazione ai fini della conoscenza delle radici storiche e culturali di S. Maria la Fossa. Si è trattato, secondo le sue parole, di “un investimento fortemente voluto dall’Amministrazione”. Poi è passato a esaminare alcuni contenuti delle pergamene sulle quali si basa il lavoro di ricerca e si è detto stupito del fatto che già nel 1418 si accenna all’allevamento della bufala.
Gli intervenuti, introdotti dall’avv. Antonio Gaudiano, addetto stampa dell’Amministrazione fossatara, ce l’hanno messa tutta per tenere alto il tono della serata, ma le assenze erano importanti e si facevano sentire. E si che erano state preparate le cose in grande, con locandine e manifesti, posti riservati alla stampa, emozione da grande evento che doveva servire ad illustrare un paese e una amministrazione e che avrebbe avuto, poi, un seguito per esternare tutto l’orgoglio e la riconoscenza di una piccola comunità.
Purtroppo è andata come è andata e la delusione si toccava con mano in una sala fredda, malgrado la temperatura ambiente.

frates

foto di Mattia Branco

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