Grazzanise oggi  Numeri utili  I nostri Caduti  Ris. elettorali  Trasporti  Differenziata  | Meteo |

Grazzanise on Line

Home page > Cronaca > Una mail in provveditorato per annientare Pasquale Raimondo e altri 3: (...)

Una mail in provveditorato per annientare Pasquale Raimondo e altri 3: concluse le indagini

Non una semplice bega interna ai democrat: al gip decidere se rinviare a giudizio

martedì 30 dicembre 2014, di Peppe Florio


GRAZZANISE – Questa è una storia che, se il giudice darà ragione alle indagini, non può riguardare la politica, a meno che la politica non sia scesa a livelli talmente bassi da rasentare il suolo. Questa è una storia che, per portata e gravità, va ben al di là delle beghe e dalle inimicizie interne al circolo territoriale del Partito Democratico o dei giudizi, positivi o negativi che siano, sull’opera dei segretari che si sono succeduti in questi anni allo “Jotti”. Ma andiamo con ordine.

Nel 2013, Pasquale Raimondo, dipendente ata, all’epoca segretario del circolo, presenta una denuncia contro ignoti per minacce. A quel punto partono le indagini dei Carabinieri della locale stazione, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nella persona del pubblico ministero Antonella Cantiello.

Facendo approfondimenti su Raimondo, gli inquirenti arrivano ad una mail che, nei primi giorni di luglio 2013, l’indirizzo ilgiustiziere71@libero.it ha inviato all’ufficio scolastico provinciale di Caserta, mettendolo in guardia sulla condotta di Raimondo, di altre due persone e di un noto dirigente dell’Usp casertano (che hanno preferito rimanere anonimi). In allegato, infatti, vi erano 2 file word, contenenti email pesantemente diffamatorie (il cui testo, per rispetto delle parti coinvolte, si preferisce omettere), che coinvolgevano le 4 persone coinvolte, di cui il mittente non chiariva come era entrato in possesso. Il testo, per gravità, avrebbe sicuramente messo a rischio la vita sia lavorativa che familiare dei presunti mittenti e destinatari. Il fatto è che, analizzando le caselle dei 3 dipendenti e del dirigente, gli inquirenti si sono resi conto che quelle email, in realtà, da quelle caselle non erano mai state inviate né ricevute, ma che si trattava di falsi, architettati a mestiere utilizzando una maschera di posta elettronica.

Le indagini, quindi, si sono concentrate sul mittente della mail, ovvero sull’identità nascosta dietro il fantomatico ilgiustiziere71. L’elenco degli Ip ha messo in luce che, in quel momento, tra le persone, sparse per l’Italia, cui era stato affidato lo stesso codice, ce ne era anche una a Grazzanise, ovvero G.A.. Secondo quanto concluso dalle indagini dei Carabinieri, terminate a giugno scorso, sarebbe stato proprio A. a mettere su tutta la messa in scena per ledere Raimondo e gli altri.

Si tratta, comunque, di una fase preliminare, per cui non ci sono ancora né condannati né assolti, ma saranno solo le eventuali "verità processuali" a dare facoltà di esprimere giudizi su persone e fatti. Adesso, dunque, si attende la convocazione della seduta preliminare, la cui data non è ancora stata fissata, in cui il gip dovrà decidere se archiviare il caso o se rinviare a giudizio A. per diffamazione ed eventuali altri reati che potrebbero essere integrati come capo di imputazione. Nel procedimento sia Raimondo che gli altri si costituiranno parte civile.

Sono fiducioso nella giustizia, che ristabilirà l’ordine e la verità” ha dichiarato Raimondo, ancora provato dal fatto che si sia tentato di attaccarlo in una maniera così meschina.

Peppe Florio

Rispondere all'articolo

 


Monitorare l'attività del sito RSS 2.0 | Mappa del sito | Area riservata | SPIP | modello di layout