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Don F. Montesano (14): "Caro figlio..."

lunedì 23 ottobre 2017, di redazione


Tra le carte di don Francesco Montesano che siamo venuti trascrivendo in questi mesi abbiamo ritrovato solo pochi documenti riguardanti la famiglia, o sotto forma di lettere o sotto forma di pratiche burocratiche per ottenere benefici di legge.
Qui ci limitiamo alla minuscola corrispondenza, costituita da tre documenti. Innanzitutto una lettera senza busta della madre del sacerdote, Laura Simoni in Montesano, risalente al 10 marzo 1932, in cui ella lo informa della partenza per il servizio militare di Raffaeluccio e del congedo rimediato da Vincenzino, cioè i due fratelli di don Francesco:

Grazzanise, 10-3-1932
Caro figlio ti scrive facendoti sapere che quest’oggi Raffeluccio è volute partire per soldato una cartolina a casi è spressa che dentro a due giorni che non ti appotuto nemmeno venire a salutare che avulute caminare assieme con Vincenzino ma con questo caminando di qua è di la è andato a distretto è l’anno misso nella fandaria era già pronta la partenzo per andare a Cuneno ma per grazio di Sanda Andonio la chiamato il capitano è la mandato a casa la dato il congiete. Non altro che dirti ricevi piucari saluti e baci da fratelle e sorelle e da me ricevi più cari baci tua mamma
Laura Montesano

Il foglio contiene anche poche righe del cugino Giovanni Petrella, probabilmente il testo materno è stato redatto in compagnia e con l’aiuto di quest’ultimo:

Carissimo Ciccillo
Ti scrivo questi pochi righi per farti noto che la settimana entrante mi verrò a stabilire a Napoli a casa di zio Pietro Caianiello per studiare. Ti scriverò da Napoli stesso, mi scuserai degli errori che vi sono perché ho scritto in fretta e senza nemmeno sedermi.
Affettuosi baci e saluti tuo affezionatissimo (sic!) cugino
Giovanni Petrella

Allo stesso Giovanni, in considerazione della grafia e del contenuto, è da attribuire un’altra lettera inviata con tutta evidenza da Roma. Anche questa è senza busta.

S. Giovanni 16.8.940 XVIII
Caro Ciccillo
Ecco finalmente, dopo cinque giorni, che io riesco a trovare un po’ di tempo per poterlo dedicare a te. Feci un ottimo viaggio, lunedì alle dieci del mattino stavo a S. Giovanni. Immaginerai che dopo dodici giorni di vita borghese, ritornando a quella militare, mi son trovato un po’ come il pesce fuor di acqua. Oggi però ti posso assicurare che tutto è passato e che ripreso le antiche abitudini son ridiventato, nel vero senso della parola, il caporalmaggiore Petrella.
Voglio sperare che quel terribile raffreddore sia del tutto scomparso e tu oggi ritornato in perfetta salute continui ad illuminare con la tua scienza coloro, che di te si fidano. E Nicola? Dorme sempre oppure si è svegliato? Salutamelo tanto tanto e digli che, dato il suo grande fascino, gli proibisco di passare più di due volte al giorno per via Annunciata, altrimenti mi costringerà a sfidarlo a duello.

Credo che ti stai interessando per presentare la domanda per la supplenza. Presentala prima che scadi il termine; anche se non riuscirai ad avere il titolo di studio. Probabilmente vi saranno delle cose da comunicarti per la prossima volta. Si è riunita la commissione per Girolama? Che cosa ha decretata? Dammi notizie! Ora vorrei pregarti di un favore personale. [...].
Salutami tutti gli amici, particolarmente Girolamo. E Claudia? Cosa fa? In attesa di quanto ti ho chiesto e di un tuo lungo scritto affettuosamente ti bacio
Giovanni

Con i punti di sospensione riteniamo più opportuno coprire un passo della lettera che si riferisce a un fatto molto personale.
Le persone nominate sono una cugina (Girolama), la moglie dello stesso Giovanni (Claudia Andreotti), il Segretario Comunale Girolamo Petrella, e un non meglio identificato Nicola.

Abbiamo infine una cartolina postale, inviata da Roma il 29 gennaio 1937 e giunta a Grazzanise due giorni dopo, ancora a firma di Giovanni. Tuttavia sembrerebbe trattarsi di un corrispondente diverso dal cugino a causa di alcune diversità nella grafia e per il fatto che lo scrivente si rivolge a don Francesco dandogli del ‘voi’:

Roma 29.1.937 XV

M.to R.do Dott. Don Franco Montesano
Via Eufrosina 34
Grazzanise (Napoli)

Carissimo don Ciccio
Ho scritto parecchie volte alla mia famiglia che mi mandassero vostre notizie, ma mi hanno mandato scritto che a casa non vi ci hanno trovato. Vorrei sapere quand’è la vostra venuta a Roma. Fatemi sapere se avete ricevuto una cartolina di saluti, perché non so più a chi ho scritto, se non avete ricevuto niente credo che mi perdonerete.
Oggi ci hanno fatto la seconda puntura; mi sento molto bene di salute. Salutatemi tanto il parroco Florio… Bacio con affetto la mano a zia Lonora (!) saluti a Raffaele e alle sorelle a voi un forte abbraccio.
Il vostro aff.mo Giovanni

P.S. attendo con ansia una vostra risposta

Purtroppo non abbiamo altra corrispondenza con i familiari, presumibilmente andata perduta con il grosso delle carte di don Francesco. Peccato. Ma non disperiamo di poterne ritrovare in futuro insieme ad altri documenti che servano a comprendere meglio la figura e l’attività del sacerdote. Nel frattempo continueremo l’esame di ciò che ci è pervenuto e che consideriamo comunque significativo.

frates

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