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In un libro sui confinati politici dal fascismo si parla nel sac. Francesco Montesano

domenica 2 aprile 2017, di redazione


Quella del confino politico fu una delle pagine più odiose scritte dal regime fascista, utilizzato a piene mani per reprimere ogni libertà di espressione, ogni manifestazione di ostilità. I provvedimenti venivano irrorati a discrezione dei Questori, spesso su delazione, senza possibilità per i condannati di potersi difendere in qualche modo. Il più delle volte erano colpiti elementi notoriamente di sentimenti antifascisti, benché non responsabili di reati specifici (bastava il pensiero a decretarne la condanna) ma spesso cadevano nelle maglie della polizia persone che si erano lasciate andare a commenti sulla situazione politica o sulla guerra, o si erano lamentate per problemi sociali e qualche volta erano addirittura componenti del fascio.

Uno dei colpiti da confino fu il Sac. Francesco Montesano, di cui ci siamo occupati in alcuni articoli e sul quale torneremo ancora. Un libro pubblicato recentemente presso Comet Editor Press di Marzi (Cosenza) dal dirigente dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, prof. Leonardo Falbo, dal titolo “Valle di confino – Sovversivi inviati nel Savuto durante il fascismo”, con prefazione di Pantaleone Sergi, fa riferimento al nostro conterraneo.
Il lavoro del ricercatore parte da una chiara analisi della natura e degli scopi del Confino per concentrarsi sul fenomeno che interessò la Calabria, indicata, per la sua situazione socio-economica, orografica e la sua posizione periferica, come il posto ideale dove inviare i condannati, isolandoli in tal modo dal tessuto sociale e politico della nazione.
All’interno della Calabria, l’Autore si sofferma in particolare sulla Valle del Savuto, detta appunto “Valle di confino” per il fatto che addirittura dieci comuni ospitarono i condannati, in condizioni precarie ma sempre con la benevolenza della popolazione locale.

L’operazione meritoria di Leonardo Falbo consiste nell’aver riportato all’attenzione, basandosi su documenti di archivio e notizie raccolte per ogni dove, i nomi di circa 200 confinati di cui si descrivono generalità e motivo della condanna. Uno spazio importante è riservato proprio al nostro Sacerdote. L’Autore, infatti, riproduce una parte del nostro articolo in cui si evidenziava l’antifascismo del prete.

In conclusione, “La Valle di confino” è un libro meritorio perché va ad esplorare con un grosso impegno di ricerca un filone non proprio noto del fenomeno confino nella provincia di Cosenza.
A questo proposito Pantaleone Sergi scrive nella prefazione: “Leonardo Falbo, da anni ricercatore attento e acuto osservatore impegnato a ricostruire in particolare le vicende storiche di Rogliano e della Valle del Savuto, interrompe questo ciclo del silenzio con questa corposa ricerca sui confinati nella Valle del Savuto che, al di là del rigore metodologico – roba in verità da addetti ai lavori – ha come primo pregio quello di restituire alla nostra storia figure di uomini e donne che ne furono protagonisti e vittime, ma la cui vicenda umana rischiava seriamente di finire dimenticata. Uomini e donne che con la loro vita testimoniarono il valore della libertà e della democrazia e contro i quali si abbatté il maglio del fascismo che li strappò alla loro esistenza mandandoli al confino”

frates

Leonardo Falbo, Valle di Confino - Sovversivi inviati nel Savuto durante il fascismo .
Prefazione di Pantaleone Sergi
Comet Editor Press, 2016, euro 15,00

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