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Un caduto brezzano nella Grande Guerra

mercoledì 2 aprile 2014, di redazione


Grazzanise - Abbiamo dedicato qualche tempo fa uno dei nostri Quaderni alla tragica fine di un marinaio, Salvatore Caianiello, morto nell’affondamento del ct Fulmine il 9 novembre 1941. In quel drammatico evento ebbe parte, salvandosi, anche Giovanni Vitolo. Ma c’è il caso di un altro soldato morto in mare, pur non essendo marinaio, e risale alla Prima Guerra Mondiale. Di lui si trovano tracce nell’Albo d’Oro del Caduti della Grande Guerra ma il suo nome non è segnato su alcuna lapide.
Si tratta del soldato Domenico Sciorio di Giovanni, del 55° Reggimento Fanteria, nato il 7 ottobre 1892, scomparso l’8 giugno 1916 “in seguito ad affondamento di nave”. Nessuna indicazione riguardante la nave, né sull’eventuale recupero della salma e sulla sepoltura. Con tutta evidenza il suo corpo non fu mai ritrovato in quanto dagli atti del Comune risulta che fu dichiarata la morte presunta con decisione della Camera di Consiglio della 1^ Sezione del Tribunale di S. Maria C. V. in data 29/02/1924, otto anni dopo il tragico evento.
La curiosità e la fortuna ci hanno consentito di determinare almeno la cornice generale entro cui il soldato perse la vita. La sera dell’8 giugno 1916 ci fu effettivamente un affondamento: la motonave ’Principe Umberto’ venne colpita da un siluro di un sommergibile U-5 austroungarico nell’Adriatico sulla rotta Valona – Taranto e colò a picco in pochissimi minuti.
A bordo vi erano, oltre all’equipaggio, anche 2065 uomini proprio del 55° Fanteria che venivano trasferiti dall’Albania per andare a rinforzare il fronte sull’Isonzo. Era il reggimento del nostro concittadino.
Le perdite, a causa del rapido inabissarsi del piroscafo, furono ingenti: si salvarono circa 800 uomini ma il resto degli imbarcati fu inghiottito dal mare. Il 55° perse 52 ufficiali e 1764 soldati, di cui 60 erano originari della provincia di Caserta. Domenico Sciorio era tra questi ed aveva solo 24 anni. Era di Brezza, figlio di Giovanni e di Gaudiana Aveta, contadini nella masseria Filippone. Testimoni dell’atto di nascita erano stati Carlino Antimo (anni 36) e Conte Francesco (anni 24). Dagli stessi atti risulta che si era sposato due anni prima dell’affondamento con Vincenza Caruso.
L’affondamento del ‘Principe Umberto’ fu la più grave sciagura marinara della Prima Guerra Mondiale. Le salme che per giorni affiorarono davanti a Valona vennero sepolte sul posto e successivamente furono traslate nel Sacrario Caduti d’Oltremare a Bari.

frates

Crediti
http://it.wikipedia.org
http://www.cadutigrandeguerra.it
http://www.pietrigrandeguerra.it/voci-e-volti-dal-fronte-2/piroscafo-principe-umberto/

Si ringrazia il sig. Stefano Vitolo per l’aiuto fornito

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