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Il presidente di Officina Volturno scrive a Giorgio Napolitano

domenica 31 luglio 2011, di redazione


Castelvolturno - Nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione Culturale Sociale e Politica "Officina Volturno", Tommaso Morlando, ha scritto al Presidente della Repubblica una lettera sulla situazione politica della cittadina che riproduciamo di seguito:

Preg.mo Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano

p.c. Presidente della Camera
On. Gianfranco Fini

Castel Volturno, lì 19 Luglio 2001

Preg.mo Presidente Napolitano, mi rivolgo a Lei perché venga a conoscenza di una questione che non è più tollerabile e merita la Sua attenzione, vista l’incondizionata fiducia che riponiamo nelle Istituzioni. Dateci una mano, il silenzio uccide!!!
Un comune come Castel Volturno, i cui vertici amministrativi sono stati colpiti da un’ ordinanza della DDA di Napoli, la quale chiama in causa anche il sindaco del PDL Antonio Scalzone, nei confronti della quale pende addirittura l’ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Si resta basiti che di fronte ad intercettazioni e richieste d’arresto, con il sospetto che sussistano concussioni malavitose che riguardano sindaco, assessori, consiglieri e dipendenti…costoro continuino a governare e gestire la cosa pubblica di una città come Castel Volturno, interessata da centinaia di milioni d’investimenti per le bonifiche. Già in passato sempre lo stesso sindaco subì un provvedimento di scioglimento per infiltrazione camorristica.
Lo STATO viene a Castel Volturno, rappresentato dal sottosegretario agli interni Mantovani, per una meritoria iniziativa delle associazioni antiracket fatta dai commercianti locali. La manifestazione, importantissima sotto l’aspetto della legalità, vede il sindaco della città relegato tra il pubblico, e la massima autorità della città non solo non porta il saluto della comunità locale, ma nemmeno interviene sull’iniziativa. Forte imbarazzo, visto che al tavolo della presidenza era seduto il capo della DDA di Napoli, Cafiero De Raho, cioè il magistrato che coordina l’indagine anche a carico del sindaco Scalzone. Eppure nessuno si è indignato… nessuno ha compreso che in quel momento era tutta la città che veniva mortificata, visto che il sindaco è la sua massima espressione.
Esuli da noi ogni forma di polemica sterile, ma ci chiediamo come sia possibile per noi semplici cittadini, contrastare tutto ciò e dire ai giovani che frequentano la nostra associazione di continuare a credere nelle istituzioni e nella legalità?
Nella speranza di ricevere un Suo gentile riscontro, colgo l’occasione per distintamente salutarLa.

Tommaso Morlando

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